La grande storia

La terrificante tigre e lo spaventoso kiwi

 

Un giorno dei bambini chiesero a Luigi se preferiva scrivere di giorno oppure di notte.
Luigi rispose:  «Preferisco scrivere di giorno le mie storie, perché di notte sono disturbato dalla “puzzola urlatrice” che vive con me».

Forse è qui la chiave per entrare nei significati e per raccogliere tutte le emozioni di questa bellissima storia che Luigi Dal Cin ha scritto per La Giostra.  

La terrificante tigre e lo spaventoso kiwi comincia cosi:

«C’era una volta, in un paese lontano lontano, un piccolo capretto nato da poco che quando cominciava a piangere non la smetteva più.
In una notte senza luna, mamma capra stava seduta alla finestra con questo capretto sulle ginocchia, e cercava in ogni modo di farlo smettere.
Ma lui piangeva e piangeva, e strillava sempre più forte.
I suoi pianti svegliarono papà caprone che, ancora assonnato, si alzò dal letto e si avvicinò a mamma capra: “Tesoro, sei ancora sveglia?” le chiese.
Lei annuì, con lo sguardo stanco.
Lui le diede un bacio.
“Non so proprio cosa fare per consolarlo!” disse mamma capra».

Non sappiamo perché piange, ma esprime la parte più profonda di lui; come il capretto, il bambino  non ha parole per dire che cosa prova e che cosa lo inquieta. Piange.
La storia ci dice che “è una notte senza luna”: Buia.
Ecco, è allora che arriva la paura.
Il papà si inventa ”un mostro”, la tigre,  in questo caso, pensando che affrontando la paura il suo capretto smetta di piangere.
E’ nel buio che sentiamo la “puzzola urlatrice”che vive in noi…
Possiamo solo addomesticarla con amore e fantasia; ci lascerà dormire. 

, , ,