La grande storia

Re uno due tre

RE UNO DUE TRE

di Maria Loretta Giraldo

 

C’era una volta un re che voleva avere tre di tutte le cose.

Per questo lo chiamavano: Re uno due tre.

Per esempio, dopo aver ordinato di costruire il primo castello, contava sulle dita: uno due…

E voleva il secondo castello.

E, dopo il secondo castello, contava: uno due tre…

E voleva il terzo castello.

Per fortuna sapeva contare solo fino a tre, altrimenti sarebbe andato avanti chissà quanto.

Ogni tanto chiedeva ai suoi sudditi: ― Ma, dopo il tre, che numero viene?

E tutti, ministri guardie o servitori che fossero, facevano finta di essere un po’ sordi e non gli rispondevano. Ma poi mormoravano tra di loro: ― Con la scusa di essere re, non ha mai voluto andare a scuola. Peggio per lui!

Un giorno il re, stanco di chiedere invano, mandò a chiamare il tesoriere del regno:

―  Dimmi cosa viene dopo il tre, o ti farò tagliare la testa.

Allora il tesoriere gli rispose: ― Dopo il tre viene il quattro, maestà.

Inutile dire che il re ordinò subito quattro di tutte le cose: quattro castelli, quattro corone, eccetera eccetera.

Poi minacciò la consigliera del regno: ― Dimmi cosa viene dopo il quattro, o ti taglierò la testa!

― Cinque, maestà!

Allora il re ordinò cinque di tutte le cose: cinque castelli, cinque corone, eccetera eccetera.

E andò avanti così finché non arrivò a cento. E ancora non la smetteva.

I suoi sudditi non ne potevano più, così fecero una riunione: ― Ma questo re non la finirà mai!

― Cosa se ne fa di tutti quei castelli, di tutte quelle corone, di tutti quei troni?

― È un vero egoista!

― Andiamocene via, e poi vedremo cosa succede!

E così fecero.

Quando la mattina dopo il re scoprì di essere rimasto solo, prima si arrabbiò, poi pestò i piedi, poi si mise a piangere sconsolato: ― Che me ne faccio ora di cento castelli, cento corone, eccetera eccetera, se non ho più nemmeno un suddito?

Un merlo parlante, appollaiato sulla torre più alta del castello, strillò:

― Ben ti sta, ben ti sta, ben ti sta…

Poi si alzò in volo e sparì nel cielo azzurro.

 

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