Ecco la storia VIVA IL LUPO, un'occasione per leggere insieme. Carlo Grande, giornalista amante da sempre del mondo animale, ci accompagna nelle vie tortuose della crescita, perché in fondo ogni bambino ha un motivo per riconoscersi nel lupetto del racconto.
Sono un lupetto sempre affamato, nato da un mese, ho ancora gli occhi azzurri. Ho tre fratelli, due maschi e una femmina: restiamo sempre nei dintorni della tana, con nostro padre e nostra madre, che guidano il branco, con gli zii e le zie (siamo più di dieci) che pensano a tutto.
Vanno a caccia e poi tornano qui, a portarci il cibo. Noi gli lecchiamo il muso e loro si tolgono letteralmente il cibo dalla bocca. A volte ci prendono delicatamente con i denti per la collottola e ci trasportano… Per questo quando si dice “in bocca al lupo” bisogna rispondere: “Viva il lupo!”, perché la bocca di nostro padre e di nostra madre è il posto più sicuro della terra.
Io ho sempre fame, guaisco e ululo con i miei compagni, spalla a spalla, scodinzolando: siamo felici, quando siamo tutti insieme!
Oggi però i nostri genitori e gli zii tardano ad arrivare, così ho pensato bene di allontanarmi un poco, solo un poco dietro a quella roccia…
Chissà che non trovi qualcosa da mangiare…
Al peggio giocherò con un ramo o farò rotolare una pigna.
Sapete cos’ho visto?
Un riccio, bello rotondo, che appena mi vede si chiude… a riccio… Io lo annuso, gli giro intorno, provo a morderlo… E una spina si conficca nel mio naso.
È piccola, per fortuna, ma mi dà un fastidio! Passo qualche ora a piangere, a sfregarmi con la zampa, finchè arriva mia madre, leccandomi riesce a toglierla. Una piccola spina nel naso, e non riuscivo a fare più niente!
Ho imparato due lezioni: la prima è che a volte è meglio avere pazienza e non agitarsi, saper aspettare. La seconda è che ci sono bocconi che sembrano gustosi, ma sono assolutamente da evitare!
Scarica i disegni da colorare del lupetto, dai!