UNA VOCE PER TANTE STORIE 

La filastrocca di Mela Cecchi, questo mese, ci ricorda l'importanza di dare voce alle storie, con i bambini. Non ci stancheremo mai di insistere, su questo. Spesso i genitori sentono il bisogno di ricorrere ad una storia per accompagnare il bambino in un passaggio importate della crescita. I libri possono certamente offrire significati importanti per le esperienze vissute: nelle storie si descrivono le difficoltà, le nuove competenze che il bambino acquisisce, le soddisfazioni provate dopo ogni passo avanti nell’autonomia. La storia è anche un dono gratuito; stare insieme, per il benessere del bambino. 

E' pur vero che quando un’esperienza di sviluppo evolutivo viene raccontata in una storia il  bambino si specchia in un mondo fantastico; il personaggio può essere un animale, per esempio, ma vivere vicende profondamente umane. Il bambino sentirà che tutto ciò che viene narrato assomiglia molto a ciò che lui stesso vive e perciò si identifica. Nelle storie più significative vi sono sempre elementi di discontinuità con la realtà; possono accadere cose incredibili, così come entrare in scena personaggi insoliti e curiosi che non assomigliano a essere umani o animali noti. Che esperienza ha un bambino del drago? Eppure nella storia il drago esiste e appare verosimile.

Le storie aiutano a sviluppare il pensiero controfattuale, ossia l’attitudine ad immaginare e simulare alternative agli esiti dell’esistente. Grazie ad una storia un bambino può immaginare la realtà delle cose che non sono soltanto quello che sembrano, offrendo per esse un diverso modello di rappresentazione. L’americana Gopnik, filosofa e psicologa, insegnava che «persino i bambini molto piccoli sono in grado di considerare le possibilità, di distinguerle dalla realtà e persino di usarle per cambiare il mondo... I bambini creano teorie causali del mondo, mappe del suo funzionamento, che consentono loro di ideare nuove possibilità, e di immaginare che il mondo sia diverso» (A. Gopnik, Il bambino filosofo, Bollati Boringhieri, Torino, 2010, p.35).

 

«I mesi e gli anni passeranno, quella voce prenderà forma di parole, perline di senso infilate in collane via via più fiorite e complesse: mangia, dormi, ridi, cresci, come stai?

Ma sotto quella superficie variopinta, in certe ore del giorno, in certe condizioni di luce, di emozione, di sonno, noi siamo ancora in grado di sentirlo,

quel suono senza senso, quella voce senza parole, che non ‘vuole dire’ niente, ma genera umanità.

La cosa fondamentale che questo libro dice a un genitore è dunque questa: parla a tuo figlio.

Hai un potere di umana magia nella gola, unico eppure comune: perché ne sei avaro? Parla con lui, con lei.» 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          Prefazione di “Leggimi Forte”

Anna Peiretti

Anna Peiretti

Caporedattore de La Giostra dal 2004 al 2023 è autrice di numerosi libri per bambini.  Impegnata  nella promozione della lettura per i bambini da zero a sei anni e nell'accessibilità ai testi per i bambini con disabilità, collabora con le biblioteche e le scuole.