C'E' SEMPRE TANTO DA FARE
I bambini fanno e si raccontano. Fare è imparare, imparare è pensare, pensare è raccontare: raccontare quel che si fa. Se osserverete i bambini quando producono un manufatto, senza preoccuparvi che riesca bene o che non si facciano male, potrete notare che, nel momento in cui sono concentrati, si danno da soli le indicazioni utili per continuare il lavoro. Si raccontano che cosa devono fare e che cosa faranno. Le mani si muovono mentre il cervello da una parte segue il lavoro, dall’altra guida interiormente il bambino in una sorta di rapporto fra allievo e maestro.
Il racconto dell’azione sostiene il bambino nell’opera e gli dà sicurezza, come capita quando si ripete una poesia ad alta voce per memorizzarla. La rubrica C’è da fare cerca di sostenere questo bisogno del bambino parlandogli con un linguaggio semplice ed immediato, fatto di immagini e didascalie che si limitano a suggerire sottovoce la sequenza delle azioni, perché siano i bambini a raccontarle mentre gli oggetti prendono forma.
PER SCOPRRIE IL VENTO, ECCO UNA EBLLA FILASTROCCA DI PIUMINI. La manica non è forse un originale contenitore attraversato dal vento? Quanti venti possono entrarci!
Strano giocattolo,
questo barattolo.
Cosa contiene?
Fiato d'un fiore?
Cosa ne viene?
Un solo odore?
Non solo uno,
ma più di cento,
perché è pieno
di un forte vento.
Vento di Francia,
anzi, Provenza,
viola ed arancia,
gentile essenza.
Aria francese
e non d'Olanda,
timo cortese,
lieve lavanda.
Monica Currò
Educatrice, collabora con la rivista "La Giostra", per la quale cura ogni mese la rubrica "C'è da fare".